Quante ore attaccati ai computer, questi nostri ragazzi, negli ultimi diciotto mesi: davvero troppi.
Ora noi di Samba ci prendiamo una bella rivincita sul virus, quando li vediamo al lavoro, concentrati sul loro tavolino, con le mani impastate di argilla, in contatto con quella materia così malleabile, che risponde subito al benché minimo spunto di fantasia.
Ecco venire fuori da quelle piccole mani di tutto: facce mostruose, divertenti, arrabbiate, ironiche, interrogative, scettiche, simpatiche, in cui i bambini a volte si rispecchiano, a volte fronteggiano le loro paure, a volte si divertono e basta.
Ecco poi forme di stelle, soli raggianti, piccoli panini verso ora di pranzo, sfilatini profumati, rose appena sbocciate, animaletti striscianti ma innocui, codine sfuggenti.
Con le mani in pasta si scatenano sentimenti, immagini, pensieri vaganti dei ragazzi: noi li vediamo diventare forma, attraverso l’impulso di brevi emozioni, o solo per un piacevole passatempo, sotto i nostri occhi, rivelandoci i loro mondi in continua evoluzione.
Che gusto vedere tutto quello che le nostre mani possono fare, come l’impasto reagisce al minimo tocco di un polpastrello.
Che soddisfazione se viene proprio fuori quello che ci è passato per la mente.
Oppure lo sforzo per stabilire questa misteriosa e difficile corrispondenza fra l’idea e l’opera.
Questi piccoli manufatti riflettono morbidi le nostre anime, altro che il rigido schermo del computer!
Un’altra bella mattinata creativa a Samba…