I bambini di Samba continuano la loro ricerca delle forme, a contatto con la natura, che ne regala all’infinito.
Oggi i maestri gli hanno chiesto di costruire un albero partendo dalle radici: sono dovuti correre a vedere come sono fatti i tronchi – il campo Samba è tutto circondato da alberi, e anche il piccolo parco sottostante: querce, carpini, robinie, pioppi, nonostante la grande siccità di quest’anno, sono belli e vigorosi, stendono i loro rami e ci gratificano con le loro ombre fresche.
I ragazzi si studiano i tronchi, confrontano le circonferenze, saggiano la ruvidezza maggiore o minore delle cortecce, odorano quelle diverse sfumature di verde – si perché qui il verde, oltre che un colore, è un odore…
E poi osservano come si distaccano i rami, le direzioni che prendono, alcuni stendendo i loro bracci regolari e tranquilli in orizzontale, altri puntando dritti verso il cielo, altri piegandosi e curvandosi – tutti alla ricerca della luce del sole, da cui traggono la loro forza per spingersi ancora oltre, senza fine.
Le foglie, i ragazzi di Samba, le conoscono già per averle disegnate e incollate sui loro fogli, investigando le forme: ora possono riflettere se le forme così diverse delle foglie hanno qualche somiglianza col modo in cui l’albero ha costruito la sua forma. Intanto sperimentano con gli occhi e con le mani la vita del mondo vegetale, che troppo spesso guardiamo senza in realtà mai vederla bene, senza percepirla pienamente.
Lavorare con il loro legno diventa così molto educativo, notando come la pianta riesce ad essere modellabile e insieme resistente, flessibile e insieme durissima.
Lavorare col legno diventa imitare la natura, ma anche accorgersi della sua straordinaria, inarrestabile vitalità, senza la quale la nostra vita non sarebbe più la stessa.