Il Convento Santa Vittoria è un luogo magico, che appartiene al territorio ed alla storia di Fratte Rosa, piccolo borgo della Provincia di Pesaro e Urbino, che, dall’alto di una posizione splendidamente panoramica, domina l’armoniosa sequenza di colline che fanno da spartiacque fra la vallata del Cesano e quella del Metauro.
La posizione strategica di Fratte Rosa riporta all’origine di questo abitato, successiva alla caduta dell’Impero Romano ed al conseguente all’arrivo dei barbari nel centro Italia: fu allora che le popolazioni, insediate nelle aree limitrofe pianeggianti, divenute insicure per le incursioni dei nuovi popoli guerrieri, si spostarono verso i punti più sicuri sulle colline, cercando rifugio nelle zone boschive o in quelle più protette, che spesso furono poi fortificate a difesa.
La tradizione popolare vuole che il Convento Santa Vittoria sia stato fondato da San Francesco d’Assisi che, in uno dei suoi viaggi solitari che lo portarono ad attraversare anche le Marche, s’imbatté in una creatura mostruosa dalle fattezze di un grosso serpente, che egli riuscì ad uccidere con “prodigiosa vittoria”.
Si tratta quindi di una vittoriosa battaglia, non solo fisica ma anche spirituale, contro il male, ovunque e qualunque esso sia: di buon auspicio per tutti noi, soprattutto in un momento come quello che stiamo tutti vivendo.
La struttura del convento è quella di un solido edificio a pianta quadrangolare, che si affacia su di un’immenso spazio aperto delle colline e della valle del Metauro, che arriva fino al mare che occhieggia azzurro sullo sfondo orientale del magnifico panorama.
Il convento solitario e massiccio, circondato da prati verdeggianti e dalle belle querce secolari, ci accoglie amichevole, nonostante la sua aria severa e dominatrice.
L’illustre ceramista Giacomo Bonifazi, pluripremiato artigiano, ci accoglie personalmente, dandoci subito un brillante saggio delle sue vastissime competenze intrattenendoci sulla differenza fra creta ed argilla, sul tornio, antichissimo strumento fondamentale per la lavorazione di questi materiali, e sul suo funzionamento, nonché sulle diverse fasi della lavorazione dell’argilla, fino ad ottenere prodotti classici, ben noti alla tradizione marchigiana, come la famosissima pentola di coccio.
Ma ai ragazzi di Samba è riservata un’esperienza non solo di apprendimento, ma anche pratica: divisi di due gruppi, eccoli al lavoro per realizzare uno alla volta a rotazione vasi, tazze e portacenere al tornio, sotto la guida attenta, paziente e divertita dal maestro artigiano.
Poi si possono sporcare ben bene le mani, con loro grande soddisfazione, per tagliare un panetto di argilla, stenderla accuratamente con un apposito matterello e quindi lavorare questa pasta per realizzare, modellando la materia in eleganti spirali, graziosi cestini, pronti per essere cotti e portati a finitura finale.
I ragazzi di Samba ritroveranno poi queste loro piccole opere alla fine del progetto, un piccolo ricordo di questo pomeriggio artigiano a Santa Vittoria.
Hanno scoperto così come le loro mani, appreso l’uso di uno strumento antichissimo grazie alla guida di un maestro eccellente, possono dare vita ad oggetti bellissimi, utili e, non dimentichiamo, ecologici – a differenza della plastica, che inquina i nostri oceani…!